Proprio il 10 luglio scorso sono stati presentati alla stampa gli importanti risultati ottenuti dal progetto Graphiti Kommando. Graphiti Kommando, nato e sostenuto dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, sotto il Patrocinio del Comune di Firenze ha l’obiettivo di ripulire i muri, i portoni e i bandoni dei palazzi che sono stati imbrattati e rovinati da scritte abusive e da eventuali manifesti e adesivi abusivi, intervenendo in zone del capoluogo toscano particolarmente degradate che, in questa prima fase del progetto, sono state individuate nell’Oltrarno.
Siamo in strada con volontari e collaboratori tre giorni alla settimana da 6 mesi (gennaio-giugno 2013) e sono stati ripuliti 17.500 mq. di muri con il lavoro di 355 h/uomo.
La realizzazione di Graphiti Kommando è stata possibile grazie al finanziamento ottenuto dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e la collaborazione di importanti soggetti tra cui la società Sikkens, per la consulenza tecnica, la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, una restauratrice, la Soprintendenza ed il Comune di Firenze.
Il metodo
In una prima fase il tecnico del colore analizza sulle tavole del PRG del Comune di Firenze l’eventuale presenza di manufatti architettonici di particolare pregio artistico e/o notificati.
Per quanto riguarda i beni non notificati viene redatta una scheda di valutazione, individuato il colore e le eventuali modalità di rimozione di adesivi e/o di intervento. Al termine della fase di ricognizione, viene preparato il colore di base che, secondo necessità, si andrà a modificare per renderlo più omogeneo possibile con il resto della facciata. In questo caso gli imbianchini possono intervenire subito secondo il piano stabilito. Ogni scheda contiene anche ampia documentazione fotografica pre e post intervento da parte dei volontari della Fondazione.
Per i palazzi notificati è stato definito un metodo di intervento in collaborazione con la Soprintendenza: il tecnico del colore manda una segnalazione al tecnico professionista incaricato, nel caso specifico a una restauratrice, che effettua un sopralluogo e definisce, sulla base dei supporti (intonaci, pietra ecc.) le modalità di intervento. La restauratrice provvede poi a creare un’apposita scheda di valutazione che contiene una relazione dettagliata di quanto rilevato. Il proprietario del bene viene coinvolto in quanto deve dare il proprio consenso all’intervento; se il suo riscontro è positivo, la scheda completa viene consegnata alla Soprintendenza per l’approvazione finale.
Dunque, in tutti i casi viene fatta un’attività di “pronto intervento” che non è mai quella di “restauro”: si tratta semmai del necessario intervento estetico per il ripristino del decoro delle facciate e propedeutico ad un eventuale restauro successivo.