“Firenze è la città della bellezza, dove non sono mai stato”, queste sono state le parole di Papa Francesco al Cardinale Betori.
Partendo da esse, le quali tanto ci fanno riflettere sul concetto di “bellezza”, proprio in occasione della visita del Santo Padre del 10 novembre, fra i tanti interventi che sono stati realizzati per presentare al mondo una città come Firenze, ce n’è uno in particolare che vorrei ricordare, sia per la sua importanza, sia per gli atti di vandalismo che lo caratterizzavano: il basamento dello storico Palazzo Grifoni-Budini Gattai, ubicato all’angolo fra via de Servi e Piazza SS. Annunziata.
La bellissima facciata, costituita da un paramento murario esterno in mattoni a faccia-vista, opera attribuita a Bartolomeo Ammanati,(1563-1573), ove sono presenti motivi a losanga, motivi circolari e rettangolari, ottenuti per slittamento dei giunti o con l’uso di mattoni rossi alternati a mattoni color ocra, era deturpata per quasi tutta la sua lunghezza, fino ad un metro e mezzo d’altezza dal pancale, da scritte vandaliche che attraversavano anche il marcapiano in pietra; le scritte, giustapposte ormai da tre anni, ed eseguite con bombolette spray nei colori nero, rosso, blu e bianco riportavano le firme di vandali, autodefinitisi writers, che hanno invaso ormai da tempo la nostra città.
La loro difficile operazione di rimozione è costituita nell’apposizione ripetuta, fino alla pressoché totale asportazione, di un gel supportante alcuni solventi particolarmente indicati per lo scioglimento di queste vernici sintetiche molto resistenti.
L’intervento, durato due giornate, è stato effettuato dai volontari della fondazione “Angeli del Bello” che hanno seguito un corso particolare per l’effettuazione di tali interventi su immobili di pregio artistico.
È fondamentale ribadire che prima di effettuare qualsiasi tipo di intervento sia stato necessario analizzare lo stato di degrado del manufatto.
Nella porzione trattata si è proceduto all’applicazione localizzata di rimotori antigraffiti in gel pronti o con solventi addensati a base di terpeni e tensioattivi formulati appositamente per rimuovere graffiti anche su superfici decorate (presentano un ph neutro ed un punto di infiammabilità inferiore ai 60°C e solubile in acqua).
La formulazione in gel consente una maggiore permanenza sulla superficie imbrattata facilitandone la rimozione dopo il rigonfiamento delle vernici. Il composto è stato applicato a pennello e successivamente rimosso con spazzolini, spugne o cotone; infine la superficie è stata sciacquata con acqua deionizzata o acetone in modo da evitare il formarsi di aloni. Nei casi in cui le vernici risultavano più persistenti, l’utilizzo di solventi è stato supportato da pasta cellulosica tipo arbocel. I tempi di contatto del composto, previa effettuazione di prove, hanno avuto tempi variabili fra i 15 ed i 30 minuti.
Il vandalismo grafico, in forte crescita nei centri urbani, oltre ad effettuare un danno estetico, costituisce un danneggiamento vero e proprio dei substrati interessati; questi effetti diventano molto seri laddove le superfici sono costituite da materiali lapidei (marmo e pietra); ancor di più se interessano intonaci di pregio e decorati, che, a causa della loro composizione morfologica e materica, presentano quasi sempre superfici già degradate per via degli agenti atmosferici che accelerano il loro naturale invecchiamento; tali ‘scabrosità’ esterne provocano un assorbimento maggiore delle vernici ed una conseguente difficile rimozione, che in molti casi risulta persino impossibile. In questi casi fondamentale è la tempestività dell’intervento.
Daniela Valentini – Restauratrice di Beni Culturali